Descrizione
Il più grande e geniale creatore di falsi di valore imperituro fu Tucidide ateniese, lo storico che dettò per millenni le regole dello scrivere storia: egli reinventò i discorsi dei protagonisti della storia. Noi ancora oggi leggiamo quei falsi con doverosa dedizione, consapevoli del nostro debito verso di lui. Il falso risponde anche ad un bisogno intellettuale e pratico: mira a colmare un vuoto, a completare quanto la tradizione avara o l’ingiuria del tempo ci hanno sottratto. Il falso è perciò anche il sogno, e talvolta l’obiettivo, di più di un filologo di genio. Il falso lo si crea per innumerevoli ragioni: il guadagno è solo una di esse, e forse la meno importante. In realtà, il falso è innanzi tutto opera d’arte: Jakob Burckhardt lo spiegò in una memorabile lezione, or sono moltissimi anni. E additò in Costantino Simonidis (1820-1890) un esempio memorabile di falsario grande e non necessariamente venale.
Simonidis, l’autore ormai acclarato del cosiddetto ‘papiro di Artemidoro’ (che tanto chiasso ha fatto al suo apparire e ancor più al suo declinare), fu, per i suoi contemporanei, un «enigma», un pericolo, un mito. «Enigma» lo definì Alexander von Humboldt, il maestro della geografia ottocentesca. Ma un pericolo egli fu per tutti: dall’Accademia delle Scienze di Berlino, da lui clamorosamente beffata, alla British Library, cui vendette pezzi buoni e pezzi falsi che ancora oggi ci inquietano. Questo libro, che tra l’altro svela l’incompleta analisi degli inchiostri, mostra, conclusivamente, perché il cosiddetto Artemidoro, inverosimile papiro geografico misteriosamente affiorato in Europa trent’anni or sono e pregevole prodotto di una mente moderna, non può che essere opera sua. Luciano Canfora
ISBN: 9788838925610