Descrizione
Milano, settembre 1843. Ernesto Salviani, giovane legale, ama riamato Emilia Redenti, prodigiosa cantante lirica ventenne: una passione contrastata dagli abietti genitori di lei, Garofolo e Genovieffa, che progettano di sfruttarne i futuri guadagni. Per restare vicino a Emilia, Ernesto si fa cantante lirico. Ma Garofolo porta la figlia in tournée, da ultimo a Marsiglia, dove incoraggia le avances di un ricco libertino, il barone Doque. Salviani progredisce nella lirica, ma misura il suo impossibile adattamento all’ethos degli artisti da teatro. La rottura si consuma a Firenze, quando Garofolo architetta il fiasco teatrale e l’umiliazione di Salviani sotto gli occhi di Emilia. Di qui inizia la degradazione artistica e morale della cantante: partorisce un figlio a Doque, che l’abbandona per nuove conquiste, e cade preda di Gennarillo, ex-parrucchiere e ora finto nobile, finendo per sposarlo. In pochi anni conoscerà la vergogna, l’insuccesso teatrale, la miseria: un declino che Emilia affronta con sofferta dignità. Approda infine con il figlioletto ad una squallida locanda di Parigi. L’epilogo è drammatico, tra l’indifferenza o la perfidia degli uomini che l’hanno violata nel corpo e nella fama: saprà riscattarla l’amore di madre, cui giunge l’estremo perdono di Ernesto. Pubblicato come appendice sulla rivista “Co- smorama pittorico” (1857-1859), Gli artisti da teatro vide la luce in prima edizione, completa e riveduta, a Milano, presso Daelli, nel 1865. Rappresentazione di un mondo che Ghislanzoni, già cantante lirico, conosceva dall’interno, questo romanzo sociale ne incardina ‘splendori e miserie’ su quella storia d’amore. Pervaso da un’indignazione senza remore, questo feuilleton scapigliato, come è stato definito, registra un lento, atroce disincanto da tutte le illusioni.